RSU Gruppo CAD IT: "Conoscenze", un progetto che parte da lontano

mercoledì 19 novembre 2014

"Conoscenze", un progetto che parte da lontano

[FONTE]
Partito il “Progetto Conoscenze”. La ricetta CAD per mappare le conoscenze del proprio capitale umano.

Nella mattinata del 19 novembre, è partito un gruppo pilota su un progetto denominato “Progetto Conoscenze”. Di cosa si tratta?

È un progetto che si prefigge l’obiettivo di una prima mappatura delle conoscenze più direttamente collegate alle nostre mansioni, propedeutica alla creazione di curricula ad hoc; come richiesto talvolta dai nostri Clienti. Fanno parte del gruppo pilota, tutti i responsabili e almeno un tecnico e un organizzativo per funzione/modulo (ufficio o laboratorio). Il progetto verrà successivamente esteso a tutti.

La proposta di mappatura delle conoscenze risale al 2004, proprio ad opera dell'allora neonata Rsu. Una certificazione delle conoscenze del dipendente, sotto forma di documento interno che avrebbe risposto ad almeno due questioni: da una parte la previsione contrattuale secondo la quale un diplomato dopo due anni deve essere inquadrato almeno al quinto livello, in base alla quale avremmo voluto tentare di discutere di condizioni migliorative analoghe per il laureati; dall'altra parte si voleva cercare un riconoscimento delle conoscenze e competenze rispetto a compiti e ruolo svolti da ciascuno.
La proposta fu rifiutata.

Nello stesso periodo, inoltre, si stava organizzando tra le Parti sociali la formazione continua, declinata in Italia dalla Strategia di Lisbona (2000) attraverso la creazione delle commissioni regionali bilaterali. Grazie a questo, dal 2005/2006, le Rsu hanno la possibilità di avere voce in capitolo nella contrattazione dei piani formativi; in occasione del cosiddetto Start-up di Fondimpresa e in virtù del fatto che parte della formazione è finanziata dai dipendenti con lo 0,30% dello stipendio. Nacque così, anche da noi, il primo piano formativo negoziato tra Rsu e Direzione: con esso sono state realizzate convergenze di fatto tra strategie aziendali e formazione professionalizzante, permanente, per tutti.

Nel quadro della neonata formazione continua europea, anche il mondo della ricerca iniziò a muovere i suoi passi. In particolare l'Università Ca' Foscari di Venezia, per mezzo della CGIL, si offrì di effettuare gratuitamente la rilevazione dei bisogni formativi nella nostra azienda che avrebbe comportato, quale attività propedeutica alla progettazione della formazione, la mappatura delle conoscenze/competenze.
L’azienda declinò l’offerta, dicendosi comunque intenzionata a procedere autonomamente e riservandosi di dare spiegazioni non appena avesse definito alcuni strumenti che stava vagliando.

Nella nostra realtà lavorativa, dove non arriva la contrattazione aziendale, arriva la Ragione, con il manifestarsi di un “potere di indirizzo” da parte delle Rsu. Nel caso della formazione, perciò, non smettemmo mai di chiedere che la mappatura fosse realizzata; contestualmente abbiamo sempre riconosciuto i passi effettuati dall'azienda in questa direzione e in quella della formazione continua, sviluppando e accogliendo le nostre richieste nei piani formativi. Questo non ha impedito, purtroppo che di anno in anno, di piano formativo in piano formativo, sia sempre stato addotto qualche motivo per procrastinare (per esempio la scelta del software più adatto) detta mappatura.

Proprio recentemente, per esempio, abbiamo parlato con la Direzione riguardo la modalità con cui sono state spostate le persone nei progetti e nei laboratori, assegnando compiti diversi dalle rispettive competenze. Ci ha reso molto perplessi sapere di responsabili che hanno accolto gli ultimi arrivati nel gruppo con un «Allora dimmi, cosa sai fare?» quando avrebbero dovuto essere i primi a conoscerne il motivo.

Altra critica costruttiva che abbiamo manifestato - soprattutto in questo ultimo mandato di Rsu - è che, come azienda leader, dovremmo essere i primi ad investire in innovazione e non limitarci a incalzare quella guidata dal Cliente. Naturalmente siamo consapevoli che fare ricerca è costoso, ma anche che non porsi l'obiettivo di provarci, significa precludersi una strada strategica nel nostro settore, per il nostro lavoro, per noi. Non parliamo solo di innovazione di prodotto ma anche di processo, di organizzazione e, infine, di formazione. Abbiamo l’impressione che questa critica, da qualche anno a questa parte, abbia prodotto dei risultati, seppure la Direzione tenda a non rivelare a noi delegati sindacali su quali novità stia lavorando.

Un paio di mesi fa la Direzione ci ha avvisato di essere finalmente pronta e ci ha presentato un’anteprima del software. Come Rsu e come Commissione Formazione abbiamo ringraziato e ottenuto di far parte del gruppo pilota, e in questa veste ci siamo ritrovati coinvolti nella riunione del 19 novembre. È quindi comprensibile il nostro rammarico nel constatare come nell'incontro non sia emerso nulla di quanto, in otto anni di lavoro, le Rsu hanno chiesto e ottenuto per la formazione (in particolare molti dei corsi che oggi si effettuano, ivi compresi quelli per il gruppo di quadri/responsabili); per le affermazioni riguardo genesi del progetto, che viene fatta risalire ad un anno fa con l’istituzione del gruppo che ha identificato gli item del questionario;
per non essere stati coinvolti in detto gruppo, pur essendo stati sempre di stimolo propositivo e nonostante la formazione specifica che alcuni di noi hanno ricevuto dal sindacato. Le Rsu, insomma, conoscono una storia diversa, o almeno più completa…

Al di là dei riconoscimenti, che speriamo in futuro di avere anche in via ufficiale, l'importante è che la mappatura delle conoscenze sia finalmente partita. Si tratta di un primo, determinante passo verso la mappatura delle competenze.
Essendoci un forte legame fra questa mappatura e i piani formativi, abbiamo molte ragioni per acclamare questo nuovo strumento come fondamentale del nostro sviluppo professionale. Questo, però, solo se lo sapremo far evolvere e reinterpretare in una forma basata sui protocolli europei di riferimento (che nel settore ICT hanno visto l'Italia dotarsi, l'anno scorso, anche di una norma) - che prevedono una definizione standard basata su item più diversificati e completi. Nel frattempo, aspettando l’occasione per una prossima assemblea sul tema, iniziamo a crederci e a compilare ciascuno il proprio questionario.

Cogliamo l’occasione per ricordarvi che potete anche contattare i delegati sindacali e soprattutto i membri della Commissione Formazione per segnalazioni o condividere le vostre riflessioni o anche solo per chiedere approfondimenti sul tema.
E, a chi sta provando: come sembra questa prima raccolta delle conoscenze?

Nessun commento:

Posta un commento

Vi è piaciuto quello che avete letto? Mettete +1.
Volete contribuire all'argomento? Partecipate nella community o commentate liberamente qui sotto.